Colui che sorvolasse la montagna in aereo non vedrebbe nulla, perché essa è una formichiera, un dedalo di gallerie
scavate nella roccia, piene di soldati; ma tutti sono invisibili, non si mostrano alla luce del sole che quando viene dato lordine dellattacco.
Un battaglione di bersaglieri ci vive nelloscurità della roccia. Gli uomini hanno il viso abbronzato dalla neve e
dallaria piccante. In più, sono coperti di grasso e di fango. Infatti in queste gallerie, linfiltrazione delle nevi, che fondono sullaltipiano, è continuo e le numerose perforatrici, che lavorano giorno
e notte, lasciano scolare da pertutto lolio que distillano. Si cammina, alla luce delle lanterne, in un impasto di fango e di grasso.
Nel fondo della valle dei Castrati, cinque o seicento cadaveri nemici e italiani sono caduti in successivi
combattimenti, dormendo senza sepoltura dallinizio della guerra e impestano laria.
(Estratto dal romanzo autobiografico si Sommi Prevenardi Sul fronte italiano 1933)
|