Tra gli appunti di mia madre, Gabriella Zitelli, ho trovato una nota che riguarda questo periodo:
Nonno Federico e mamma sono andati a trovare papà, 13º artiglieria da campagna che opera in zona dolomitica: Tofane, Cortina,
Pocol, Falzarego, Misurina. (foto di papà e nonno sul lago). A Belluno papà è stato messo sotto un camion e si trova all´ospedale, non è trasportabile, né lui né un bersagliere colpito da un
proiettile, il momento è tragico e pieno di incognite. Al ritorno i treni sono presi d´assalto dai profughi, sono stracarichi, mamma, seduta in corridoio sulle valigie ha fatto cadere gli occhiali e
li pestano.
Io sono a Grottaferrata dove abitiamo con nonna Rosa. Qui tornarono una sera, già di notte al ritorno da Belluno, nonno e
mamma. Ero seduta sul tavolo centrale da pranzo e la luce del lampadario centrale a candele m´illuminava. Molti baci e poi un piccolo orsacchiotto di spugna bianco, mandatomi da papà e Luigino, un
bambolotto di celluloide vestito da tirolese che mi guardava fisso. Papà, non lo conoscevo, sapevo solo che combatteva contro gli Austriaci e che mi voleva tanto bene.
Un giorno, ero già a Roma in casa di nonna, avevo cinque anni, si aprì la porta di casa e mi vidi davanti un uomo grande
grande alto con indosso un grosso paltoncione che come mi vide mi tirò su in braccio. Era papà che era tornato!!
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