Un canarino, in una gabbia appesa al soffitto, cantava; cera anche un gatto nero e un cane senza padrone, figlio
adottivo della Compagnia e venuto la su con i mobilitati di qualche villaggio lontano. Povero piccolo bastardo scodinzolante, dal pelo sporco e di razza incerta! Ma aveva un bel muso gioioso et
degli occhi malinconici.
(Estratto dal romanzo autobiografico si Sommi Prevenardi Sul fronte italiano 1933)
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