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Roma, 20/7/1943
Cara Gabriella,
Tanto tuonò che piovve. Dai giornali avrai appreso tutti i particolari[1]. Quello che non hanno detto, è che a me è toccato fare la strada, à piedi, da Cinecittà al Bivio e Memmo in bicicletta
Roma-Villa. Il prefetto ha perciò stabilito che circolino liberamente tutte le macchine. Meno male! Domani viene qui Lula per il servizio prigionieri, e ripartirà giovedì, ma credo che
prossimamente, in seguito agli ordini militari pubblicati ieri, le ci vorrà il permesso. Armando che fa per la sua chiamata. Posta vostra, date le circostanze, non ne arriva dal numero cinque. Statevi
bene e non pensate a malinconie. Carpe diem. Saluti a Isabella e Armando. Baci ai pupi. T’abbraccio.
papà (Giovanni Zitelli)
[1] ) Lunedì 19 luglio 1943, alle 11,03 del mattino, 662 bombardieri e 268 caccia
americani partiti dalle basi alleate in Libia, Tunisia e Algeria piombarono su Roma.
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