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SCAMPOLI

- 1928 -

In questa pagina:

1) Inaugurazione della Casa dei Mutilati.

2) Tessera della Lega di San Genesio.

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Questo cartoncino è stato il lasciapassare di Giovanni Zitelli per l´inaugurazione della Casa dei Mutilati della grande guerra, che ebbe luogo a Roma, il 4 novembre 1928, alla presenza del Re d´Italia e di Mussonini, in occasione del Decimo Anniversario della Grande Vittoria.

La grande manifestazione si può ancora vedere sul sito dell´Istituto luce (http://www.archivioluce.com/archivio/) cercando combattenti e mutilati.

Nel filmato, muto, appaiono delle scritte caratteristiche dell´epoca:

Al Decennale Anniversario si sono recati 40.000 tra ex combattenti e mutilati per rendere omaggio al Re vittorioso e al Duce della rivoluzione ricostruttice.

Il Duce bacia ed abbraccia l´eroico presidente dell´associazione On.Caro Del Croix.

Si vede l´innaugurazione della sede dell´Associazione Nazionale Mutilati di Guerra, a Piazza Cavour, opera dell´architetto Piacentini.

Seguono alcune frasi pronunciate da Benito Mussolini davanti una folla oceanica:

Il popolo italiano non ebbe imposta la guerra da un´improvvisa invasione.
Fu quindi un´atto spontaneo della sua consapevole volontà.

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Due milioni di italiani anno versato il loro sangue.

La vittoria è stata luminosamente italiana nel maggio del 1915 noi demmo agli alleati un esercito intero.

La guerra ha rivelato di quale tempra siano i combattenti italiani.

A un certo punto un manipolo di uomini, che venivano dalla trincea, riprese nel pugno saldo il vessillo della vittoria e la vittoria nel 1922 (Marcia su Roma) fu riscattata per sempre.

Se sarà necessario, farete domani quello che facemmo ieri - SI - prorompe l´immensa folla agitando le mille bandiere.

Carlo Ludovico Bragaglia, giunto ai cento anni, ricordava l´avventura del Teatro degli Indipendenti fondato nel 1922 col fratello Anton Giulio.

Uno spazio d´avanguardia ricavato in un singolare locale di via Rasella e tappezzato da Balla, Depero e Prampolini, un luogo arioso, fantastico, un paradiso, ricordava Bragaglia, nel quale si allestivano Wedekind come Strindberg e O´Neill e le novità italiane di Orio Vergani come Achille Campanile.

Tra i frequentatori, il giovanissimo Alberto Moravia che, impossibilitato a scrivere in famiglia, si rifugiava in teatro per stendere Gli indifferenti.