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Carlo Ludovico Bragaglia, giunto ai cento anni, ricordava l´avventura del Teatro degli Indipendenti fondato nel 1922 col fratello Anton Giulio.
Uno spazio d´avanguardia ricavato in un singolare locale di via Rasella e tappezzato da Balla, Depero e Prampolini, un luogo arioso, fantastico, un paradiso, ricordava Bragaglia, nel
quale si allestivano Wedekind come Strindberg e O´Neill e le novità italiane di Orio Vergani come Achille Campanile.
Tra i frequentatori, il giovanissimo Alberto Moravia che, impossibilitato a scrivere in famiglia, si rifugiava in teatro per stendere Gli indifferenti.
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