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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza di San Calisto (R. XIII – Trastevere) (vi convergono: via dell’Arco di San Calisto, via della Cisterna, via di San Francesco a Ripa, via di San Cosimato, contigua a piazza di Santa Maria in Trastevere)

 

La piazza prende nome dalla chiesa omonima incorporata nell’attiguo palazzo, presso S. Maria in Trastevere [1].

L’origine del titolo è dovuta ad una “domus ecclesiae”, dove si adunavano i cristiani nei secoli delle persecuzioni.
Il "titulus Calisti", oggi chiesa di San Calisto, dalla tradizione, è ricollegata alla cosiddetta casa del papa martire.
Durante la persecuzione di Alessandro Severo (222-235), il papa Calisto (217-222) fu precipitato ed affogato nel pozzo che ancora si venera nella chiesa.

Storicamente la basilica sorge nel 340 con Giulio I (337-352), donde il nome di “titulus Iulii et Calisti”.

Nel 594, fra i preti che sottoscrissero il sinodo, tenuto da Gregorio I (590-604) ci sono quelli del titolo “Iulii et Calisti[2] ed una notizia dice “Oltre la chiesa di S. Calisto, diceano esservi altra memoria del santo in una casa o torre di Trastevere”.

Nell’828 vi furono chiamati i monaci Acemeti [3] in un congiunto edificio.

Intanto il cosiddetto "titulus Calisti", primitivo, proseguiva la sua storia come chiesa minore, seppur titolo cardinalizio, tanto che, sulla metà del secolo XVI, il titolare cardinale Giovanni Morone vi costruì o ricostruì un palazzo, che appartenne ai cardinali titolari e dal quale fuggì Eugenio IV (Gabriele Condulmer - 1431-1447), perché invaso dai Colonna che gli erano ostili.

L’edificio nel 1608 fu dato, da Paolo V (Camillo Borghese - 1605-1621),  ai Benedettini di San Paolo, in permuta del  monastero di San Saturnino de Caballola al Quirinale, su cui fu costruito il Palazzo Apostolico, e dove essi passavano l’estate, fuggendo la malaria dell’Ostiense.

Il palazzo dei monaci, passato dopo il 1870 al demanio, è ritornato nel 1929 alla Santa Sede, che vi tiene alcune Congregazioni

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[1] )            Sembra sia stato riedificato da Gregorio IV (828-844) che vi mise monaci “che di giorno e di notte tenevano i loro sacri uffici, vivendo poveramente ed abitando piccole celle”.

[2] )            L’epigrafe di un collare di uno schiavo fuggiasco, del tempo di Costantino, nomina un’area Calixti, che corrisponde al posto dove nel 322 quel pontefice fu gettato in un pozzo e poi sepolto dai fedeli sulla via Aurelia (vetus) nel cimitero di Calepodio.

[3] )            Gli Acemeti (dal greco Άκοίμηται, cioè coloro che non dormono) erano monaci bizantini della comunità fondata da Sant’Alessandro l’Acemeta.

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Lapidi, Edicole e Chiese :

- Piazza di S. Calisto
- Via dell’Arco di S. Calisto

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Via_di_S_Callisto

Via di S. Calisto

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