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STRADE DELLA ROMA PAPALE

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 Al 1500 risale l’acquisto della casa di un certo Michele Casati.
Alla morte di Gaspare Paolo Stati, il figlio Cristoforo Paolo (1498-1550), Conservatore nel 1536 e 1548, Maestro delle Strade nel 1545, ereditò i possedimenti paterni.
Nel 1520, rinforzò ulteriormente la sua posizione sociale ed economica con due matrimoni: quello che lo unì a Faustina Cenci e quello che congiunse sua sorella, Lucrezia Stati, al fratello di Faustina, Girolamo Cenci.
Si può pensare, quindi, che la costruzione del palazzo iniziò nel 1522, per opera di Giulio Pippi, detto Giulio Romano (1499-1546).
Il palazzo inglobò le case precedenti e fu dotato di ben cinque botteghe, al piano terra.
Nel 1543 Cristoforo Paolo Stati convolò a seconde nozze con Quintilia Paluzzi Albertoni (+1567), rafforzando ulteriormente la sua posizione.
Nel 1561, Cesare Stati, figlio di Cristoforo Paolo e consorte (1548) di Lucrezia Capizucchi, cedette il palazzo a monsignor Cristoforo Cenci (+1562). Questi, indebitamente arricchito per le mansioni di amministratore della Camera Apostolica e di altre pubbliche amministrazioni che aveva svolto, ebbe un figlio illegittimo da una donna sposata, Francesco Cenci (1549-1598), padre di Beatrice.
Francesco, alla morte del padre (+1562), ereditò il palazzo, ma lo usò a titolo di investimento, dato che vi abitò solo brevemente nel 1593.
Infatti egli affittò il palazzo  alla Camera Apostolica che, dal 1596, vi installò due Governatori di Roma: Domenico Toschi (1595-1599) e Ferdinando Taverna (1599-1604).
In seguito il palazzo fu dei Maccarani, per il matrimonio di Paolo Maria Maccarani (1671-?) con Anna Maria Cenci (1677-1756),
Due generazioni dopo, la famiglia Maccarani si estinse con monsignor Pietro Maccarani, che fu economo e Segretario della Fabbrica di San Pietro dal 1816 al 1821 e con il fratello Silvio (1760-?) che, sposato con Orsola Priuli (1770-1849), ebbe due figlie femmine: Elisabetta e Maddalena.
Con la morte di Silvio Maccarani, si estinse la famiglia Maccarani e, siccome la reggenza francese (1798-99) aveva abolito la primogenitura, le due figlie poterono ereditare insieme.
Elisabetta (1790-?) sposò in prime nozze il marchese Giuseppe Origo (1782-1833) e in seconde nozze (1833) il barone Giuseppe Testa Piccolomini, ultimo rappresentante di questa famiglia, senza avere figli da nessuno dei due matrimoni.
Maddalena (1795-1818) sposò (1812) il marchese Filippo Simonetti (1785-1827), dal quale ebbe due figlie: Giacinta (1818-1907) e Laura (1817-1865), che rimasero sotto la tutela della nonna Orsola  Priuli  Maccarani (1770-1849).
Giacinta Simonetti (1818-1907) sposò (1835) il conte Ascanio Savorgnan de Brazzà (1797-1877)
Laura (1817-1865) sposò il marchese Teodolo Theodoli (1806-1881).
Alla morte della nonna (+1849) le due figlie, Laura e Giacinta, ereditarono il palazzo che, per metà, divenne proprietà dei Savorgnan de Brazzà.

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