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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Ritorno alla via

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Largo 16 Ottobre 1943 (attraversato da via del Portico d’Ottavia, riceve via del Foro Piscatorio).

Il largo, che era parte della via del Portico d’Ottavia, ricorda la data del 16 ottobre 1943 per commemorare i 1250 ebrei romani rastrellati dalle truppe naziste che furono condotti nei campi di concentramento in Germania. Fu in questo slargo che furono riuniti quelli rastrellati nel Ghetto.

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Largo_16_ottobre_1943-Casina_Vallati-Lapide_deportazioni_nazziste

Largo_16_ottobre_1943-Casina_Vallati-Teatro_di_Marcello

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Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati

I Vallati, proprietari di questa casa tra il XIII e XIV secolo, era un’antica famiglia romana, proprietaria di numerosi immobili lungo il Tevere a Regola (Lungotevere Vallati). Un loro componente, Francesco (+1327)  fu canonico di S. Angelo in Pescheria, dove i Vallati disponevano di una cappella gentilizia.

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati - Portone

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati - Lapide deportazioni naziste

Largo 16 ottobre 1943
Casa Vallati - Verso il Teatro di Marcello

Largo 16 ottobre 1943
Chiesa di S. Gregorio della Divina Pietà

La chiesa, antichissima (XII sec.), è menzionata solo dal 1403 e sorge nei pressi di quella casa che, si dice, abbia dato i natali a San Gregorio, membro della gente Anicia.  Fu riedificata da Benedetto XIII (Pietro Francesco Orsini - 1724-1730), nel 1729, su disegni dell’architetto Filippo Barigioni (1672-1753) e, in quella occasione, confidata alla “Confraternita degli Operai della Pietà”, da cui il nome.
(Segue sotto l’ingrandimento...)

Largo 16 ottobre 1943
Chiesa di S. Gregorio della Divina Pietà

La chiesa, posta davanti alla porta del Ghetto che ne prendeva il nome (Porta S. Gregorio), era impiegata all’indottrinamento forzato degli Ebrei.

Largo 16 ottobre 1943
Chiesa di S. Gregorio della Divina Pietà

La lapide ricorda l’indottrinamento degli Ebrei riportando, in ebraico e latino, il secondo e terzo versetto del Libro di Isaia, Cap.65.

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