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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_della_Lungara-Palazzo_al_n_10

La proprietà fu ereditata da Francesco Riario Sforza (1487-1509), vescovo di Lucca che, nel 1518, la dona al fratello Galeazzo col patto che non la alienasse. Lo stesso anno, Galeazzo Riario Sforza (1485-1557), fratello di Francesco, affitta il palazzo a Mario I Sforza (1530-1611), dei conti di Santa Fiora, poi al card. Paolo Emilio  Sfondrati (1560-1618) che lo occupa dal 1593 al 1611, quando viene locato all’architetto Pompeo Targone (1575-1630), che se ne serve per fondere le decorazioni in bronzo che stava preparando per adornare la Cappella Paolina in S. Maria Maggiore, quindi tra il 1669 e il 1689 a Cristina di Svezia (1626-1689) che vi trasferisce le sue celebri raccolte d’arte.
Morta la regina, nel 1689, continua il susseguirsi degli affittuari del palazzo: nel 1702 il cardinale Vincenzo Grimani, nel 1732 l’abate Ridolfi che vi tiene le riunioni dell’Accademia dei Nevosi, poi detta degli Imperfetti e infine degli Infecondi.
Nel 1736 il duca Nicola Riario Sforza vende la proprietà (nell’acquisto sono compresi il Palazzo con il giardino, il bosco, il casino alla sommità e 12 once di acqua Paola) per 70.000 scudi; ai fratelli card.  Neri  Maria Corsini jr. (1685-1770). e al principe Bartolomeo III Corsini Viceré di Sicilia, nipoti di Clemente XII (Lorenzo Corsini - 1730-1740), perché figli del fratello del Papa, Filippo Corsini (1647-1706).
Si dette subito inizio alla fabbrica che venne completata da Ferdinando  Fuga (1699-1782) che incluse il vecchio palazzo dei Riario, facendone la parte centrale del nuovo edificio, ampliato con due ali laterali, su via della Lungara.
Nel 1797, vi abitò Giuseppe Bonaparte (1768-1844), Ambasciatore del Direttorio che, per aver salva la vita, si dovette arrampicare sul cancello per rientrare in casa, onde sfuggire alla rivolta popolare che, avanti al palazzo, aveva fatto sua vittima il generale Duphot (28 dicembre 1797) (fu l’inizio della Repubblica Romana, voluta da Napoleone).
Nel 1883 il principe Tommaso Corsini (1835-1919) decise di vendere allo Stato Italiano e al Comune di Roma l’intera proprietà.
Al palazzo viene destinata l’Accademia dei Lincei che era iniziata nel 1603 a Palazzo Cesi, in via della Maschera d’Oro (vedi la via omonima - Ponte)
Con il Palazzo furono acquistati circa 11 ettari della villa che furono più tardi destinati a sede dell’Orto Botanico (nel 1888 questo era ancora a Via Panisperna e si trasferì a palazzo Corsini dopo qualche anno).
Il Comune acquistò altri 4 ettari della villa Corsini: l’altipiano, il bosco sottostante e il Casino Riario. Questo funse da fondazione all’attuale piazzale del Gianicolo (dove è posto il monumento equestre a Garibaldi) e, sotto al piazzale, sono le sue strutture superstiti che ospitano il cannone che, dal 1904, annuncia a Roma l’ora di mezzogiorno.

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