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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via della Cisterna (R. XIII – Trastevere) (da Piazza di San Calisto a via dei Fienaroli)

La via prende nome da un pozzo che è tuttora visibile nel cortile del vicino palazzo delle Congregazioni Romane. Nella strada esisteva l’Osteria della Cisterna, dove si radunava il cenacolo detto dei “Romani della Cisterna[1], tutti nati e residenti nei dintorni e, fra tanti buzzurri immigrati, diventati quasi intrusi a Roma. Scopo primo “magnà e beve alla romana” e poi poetare in vernacolo, ecc. A suo tempo vi capitava un tipo di cantastorie chiamato dal popolino "er sor Capanna", emulo di Cassandrino e di Ghetanaccio, che si arrangiava, per vivere, ad esercitare la sua naturale satira romanesca. Ce n’era per tutti, ed era popolarissimo ai primi del novecento. Argutissima, per esempio, questa per un noto socialista:

E quanno che sonò l'inno reale
la gente der teatro s'arzò in piede
soltanto Giovannino, lo speziale
essendo socialista, restò a sede
tutti dissero: "alla porta!!"
Lui rispose: "che m'importa?!"
"io ci ò piacere-conservo l'ideali nel sedere
”.

Con l’occhiali neri e la Ghitarra (ser Calascione) rassomigliava alla maschera del Tartaglia. Durante la guerra 1915-1918, con sfumature delicate, sentimentali, commuoveva mamme, spose, fidanzate. Faceva però anche la fronda e nel '17 cantava:

"Vittorio Emanuele ha scritto alla Regina:
"se vòi vedé Trieste, compra la cartolina
".

Finì all’ospedale nel 1921.

____________________

[1]               Il gruppo de “I Romani della Cisterna” (dal nome del locale dove si riunivano) si formò intorno al 1929 e vi aderirono Ceccarius (Giuseppe Ceccarelli), che ne fu il promotore, Augusto Jandolo, Antonio Muñoz, Federico Mastrigli, Ettore Petrolini, Trilussa (Carlo Alberto Salustri) e tanti altri.

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Lapidi, Edicole e Chiese :

- Via della Cisterna

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