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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via dei Sediari [1](R. VIII – Sant’Eustachio) (da largo della Sapienza a via del Teatro Valle)

Il nome della via “ripete la suddetta denominazione della moltitudine de’ Sediari che in questo luogo stanno lavorando sedie e canapè". (Rufini - 1847).

Il “Porticus Eventus Boni”  del quale nel XVI secolo si vedevano ancora le vestigia, e che Pomponio Leto indica “prope supradictum Pantheon fuit templum Boni Eventus. Variis columnis exornatum” e che sorgeva in parte sull’area di Santa Maria in Monterone, si spingeva fino alla via dei Sediari [2].
Il portico, che era rimasto danneggiato nell’inondazione del 374, fu riparato a cura del "Prefectus Urbis”, Claudio Ermogeniano Cesario.
Il tempio è probabile sia stato costruito da Agrippina, perché il "Boni Eventus” è una divinità messa in onore al tempo di Augusto e della quale si può vedere l’immagine in un frammento della Ara Pacis, conservato al Museo delle Terme.

Claudio Ermogeniano, prefetto nel 374, sotto Valentiniano e Graziano, fra i vecchi edifici da lui restaurati, "excitavit porticum ingentem, lavacro Agrippae contiguam Eventus Boni cognominatam, ea re quod huius numinis prope visitur templum.
Ma dei due edifici, che forse già esistevano, egli non deve  aver rifatto che il portico. Non si sa però quale fosse la sua precisa ubicazione né quale forma avesse, solo alcuni capitelli di smisurata grandezza [3], rinvenuti tra la via di Monterone e il vicolo del Melone, ci dicono della sua maestosa esistenza.
È un’ipotesi che il portico fosse attorno al tempio del quale sono rimasti due muri in opera quadrata di tufo, sotto la chiesa di Santa Maria in Monterone.

Certo, il portico e il tempio si trovavano fra lo stagno e i giardini, i quali confinavano ad ovest con una via piantata sul tracciato dell’antica via dei Sediari (corso Rinascimento), che partiva dal teatro di Pompeo, rasentava i giardini medesimi e quindi divideva le terme Neroniane dallo stadio di Domiziano, unendosi con la via Recta (via dei Coronari), presso la piazza di Sant’Agostino.

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[1] )            Già "della Sediola" e "dei Taccari" (artigiani abilitati a tarare le bilance) adesso è la prima parte delle Corso del Rinascimento. Vi sono state trovate tracce dello Stagnum Agrippae e al limite di un’area lastricata di travertino, che si estende verso la via, si dubita fosse l’Odeum di Domiziano.

[2] )            Confinava, dalla parte di tramontana, con la "palus Capreae”; dove secondo Lucio Mauro "fu Romolo rapito o morto, fu nel campo Martio et era un luogo securissimo, perché vi allaga il Tevere d’ogni intorno, intanto che solo da una parte e ci si poteva andare".

[3] )            Da uno dei capitelli fù ricavato il grande stemma di Pio IV che sta in alto a Porta Pia.

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Via_dei_Sediari-Palazzo_al_n_7

Via dei Sediari
Palazzo al n. 7

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Via dei Sediari
Palazzo al n. 7 - Androne

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