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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via S. Saba [1] (R. XXI – San Saba) (da viale Aventino a piazza Gian Lorenzo Bernini)

"Vuolsi che in questo luogo fossero situate le terme Variane di Eliogabalo, altrimenti dette Nariole, le quali, per le singolari delizie che racchiudevano, si stimavano per le più celebri di tutto il mondo. Che quivi fossero già le suddette terme argomentasi da un grande tubo che si rinvenne sul colle attuale, nelle vicinanze di Porta San Paolo". (Rufini - 1847).

Il nome alla strada le viene dalla chiesa dedicata a San Saba, abate di Palestina [2], morto nel 532 e fondatore della grande "Laura"[3] presso Gerusalemme.
Nel secolo VII, aveva già dei monaci greci e la prima Chiesa s’era stabilita in un oratorio a forma di sala, di tarda età romana, nella quale va riconosciuto l’oratorio di Santa Silvia, che stava "loco qui dicitur cella nova" (VIII sec.) [4], in “monasterium Cellanovas” come lo chiamarono i monaci greci fondatori, forse per imitare la famosa cella della "laura di Gerusalemme".
La sala, poi oratorio, faceva parte della casa di Santa Silvia, madre di S. Gregorio, nato a Roma dalla gente Anicia, nel 540 e pontefice (590-604).

Da questa casa, la santa mandava al figlio legumi cotti in quella tazza d’argento che poi S. Gregorio donò per elemosina, quando stava nel monastero di Santa Andrea, annesso alla chiesa da lui fondata (San Gregorio al Celio), al clivus Scauri dove una tradizione antica stabilisce la casa paterna del Santo Pontefice (si chiamò San Gregorio in Andrea).

L’oratorio, dei monaci Sabaiti [5], prossimo al sito occupato in antico dalla IV coorte dei Vigili [6], era a navata unica con abside ed aveva un portichetto anteriore. Ebbe pitture del VII secolo, le più recenti del X.

Nel 1145, ai monaci subentrarono i Benedettini [7] che eressero l’attuale basilica a più alto livello. Sembra che questa avesse nel portico due colonne di porfido rosso con la scena dei re che si abbracciano e che stanno adesso nel corridoio d’accesso alla Biblioteca Vaticana.

Nel 1503, da Giulio II (Giuliano Della Rovere - 1503-1513) furono immessi nel convento i Cistercensi e nel 1573, essendo la Badia diventata commenda [8], Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1572-1585) unì le rendite di questa con quella di Sant’Apollinare per ricostituire il collegio Germanico, ideato dal cardinale Morone e attuato da Sant’Ignazio nel 1552, con pochi alunni, a fine "di apporre un argine al dilagare della Riforma".

L’hanno posseduta i "Gamberi cotti" [9],   fino a pochi anni fa, quando San Saba fu staccato dal rione Ripa e diventò la parrocchia del nuovo quartiere omonimo.

La facciata della chiesa è preceduta da un portico che ha un sarcofago che porta scolpite le nozze di Giunone Pronuba (protettrice delle nozze).

Sul portale esterno, un’antica iscrizione dice:

"hinc cotidie pio mater mittebat
ad clivum Scauri scutellum leguminum”

e sulla porta della chiesa, una delle poche iscrizioni superstiti di Innocenzo III (Lotario de´ Conte di Segni - 1198-1216), del 1205:

"Ad honorem domini nostri Iu Xpi Anno VII
pontificatus domini Innocentii III PP (1204)
hoc opus domino Iohanne abbate iubente factum est
per manus magistri Iacobi (figlio di Lorenzo de’ Cosmati) “.

Dice un’antica cronaca: “In questa chiesa v’e il capo ed altre reliquie di Santo Slavo e reliquie di Sant’Anastasia et altri Santi nella grotta sotto il choro".

Nell’anno del giubileo del 1575 furono trovate due grandi scatole di piombo piene di reliquie e ossa di santi, le quali scatole furono rinnovate e poste nell’istesso luogo dal Rettore del Collegio suddetto (Germanico).

In questa chiesa v’è un pozzo, l'acqua del quale molti ne bevono per devotione per essere liberati dal flusso del sangue e se n’è visto buoni effetti. Nelli tempi antichi se ne distribuiva del pane benedetto del quale etiam in detta chiesa se ne vede un miracolo".
È del 1638: “Qui è lo scapulario di San Saba, da cui esce molte virtù per risanar molte infermità".

Nel Medio Evo, si favoleggiava che sul colle di San Saba vi fossero sepolti Vespasiano e Tito. Un tratto delle mura Serviane scendeva da questo colle.

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[1] )            Sull’Aventino minor diviso dall’Aventino Major (Santa Prisca, Santa Sabina, Sant' Alessio, Santa Maria del Priorato, Santa Anselmo ecc.) da un “intermontium” nel quale passava il Vicus Portae Raudusculanae (via porta S. Paolo). Nei pressi di San Saba fu il campus lanatarium o lanarius, piccolo mercato delle lane. Sua Santità Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli - 1958-1963) nel concistoro del 14 dicembre 1959 creò la chiesa (San Saba) diaconia.

[2] )            Palestina: dal nome degli invasori "Pelesati di Creta” malamente contenuti da Ramsete III (IV sec. a.C.), che fu costretto a dar loro ricetto nella bassa valle del Giordano.

[3])             La grande Laura è un'aggregazione monastica fondata da San Saba nella valle del Cedron.

[4] )            Nel 768 vi fu rinchiuso l’antipapa Costantino, eletto dal fratello duca di Nepi nel 767.

[5] )            Monaci Sabaiti, seguaci di San Saba.

[6] )            La IV coorte dei Vigili si trovava fra l’exubitorium, il vicus Piscinae Publicae, e la domus Cornificiae, così chiamata forse dal nome della sorella minore di Marco Aurelio, Annia Cornificia Faustina. Poco lontano, a sud ovest di San Saba la casa “Privata Hadriani” dove visse Antonino Pio fino all’adozione di Adriano (117-138).

[7] )            I Benedettini di Cluny, furono chiamati da Lucio II (Gherardo Caccianemici dall’Orso - 1144-1145).

[8] )           La commenda era un beneficio ecclesiastico che consisteva nell’affidamento ad una persona, da parte del pontefice, della temporanea amministrazione di un edificio sacro e dei relativi beni immobili, edifici e terreni. La commenda però non era una semplice amministrazione del patrimonio in quanto il commendatario era l’unico beneficiario dei proventi e godeva dei frutti dell’immobile, qualsiasi essi fossero. A suo carico erano la manutenzione degli edifici e il mantenimento del culto nella chiesa abbaziale stipendiando parroco e sostenendo le spese per le attività  religiose.

[9] )            Così erano chiamati gli alunni del Collegio Germanico dal colore scarlatto della veste talare che indossavano.

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Lapidi, Edicole e Chiese lungo la via:

- Chiesa di San Saba - Esterni
- Chiesa di San Saba - Interni

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