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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via di S. Giovanni Decollato (R. XII – Ripa) (da piazza della Consolazione a piazza della Bocca della Verità)

La via prende il nome dalla chiesa omonima costruita dalla “Confraternita di San Giovanni Decollato della Nazione Fiorentina” sull’area dell’antichissima chiesa di “S. Maria de Fovea” alla quale era stato annesso un monastero, di cui alla bolla di Benedetto XI (Nicola Boccasini - 1303-1304). 

La confraternita, che si era costituita l’8 maggio del 1488 fra i fiorentini residenti in Roma con il principale scopo di assistere, confortare, seppellire e suffragare i condannati a morte [1], fu approvata da Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo - 1484-1492) con bolla del 23 agosto 1490.

I confratelli, che si erano provvisoriamente stabiliti a via Giulia, in San Biagio de Cantusecuto (della Pagnotta) [2], ebbero dal Pontefice, oltre il riconoscimento, anche la chiesa di S. Maria de Fovea in rovina, che ricostruirono, ed accanto alla quale, sotto Giulio II (Giuliano Della Rovere - 1503-1513), posero un ospedale che prese il nome di S. Giovanni della Misericordia.

Il nome di S. Giovanni Decollato fu da loro scelto, perché il santo è il patrono di Firenze, ed il giorno della sua decapitazione (29 agosto) diventò il titolo e la festa della Compagnia della Misericordia che  confortava i condannati alla pena di morte e per questo la chiesa fu detta: “Ecclesia Florentinorum Sancti Iohannis Baptistae de misericordia, cum hospitale in qua etiam sepeliunt corpora damnatorum”.[3]

Fra i privilegi della Compagnia, v’era quello di poter liberare un condannato, nel giorno della festa di S. Giovanni. Dice uno degli Avvisi di Roma: “Avendo permesso Sua Santità, alla Compagnia di S. Giovanni decollato della Nazione fiorentina, l’osservanza del privilegio di liberare un reo dalla forca, fu veduta processionalmente et in gran numero portarsi alle carceri a ricevere la grazia del Prigioniero, quale, vestito di porpora, con corona di lauro in capo, fu condotto alla chiesa suddetta, ove fatte le debite cerimonie di ringraziamento a Dio, lo banchettò per tre giorni, dopo di che fu licenziato con il solito regalo di quel luogo pio”.
Questa possibilità di liberare i condannati, che pure avevano altre Compagnie, fu loro tolta da Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphili - 1644-1655) e mentre Clemente XII (Lorenzo Corsini - 1730-1740) accordò solo qualche privilegio del genere, Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaromonti - 1800-1823) nel 1800 l’abrogò per tutti gli altri, riservandolo solo alla Confraternita di S. Giovanni Decollato. Privilegio che durò ancora a lungo se Gioacchino Belli (1791-1863) scriveva:

Vamme a cercà p’er mondo st’aricasco
de poté fà un delitto chessesia
eppoi trovà na chiesa che te dia
un ber camicio bianco de damasco!
L’hai visto a S. Giovanni decollato
quello che fece a pezzi er friggitore
come la compagnia l’ha liberato?
L’hai visto con che pompa e con che onore
annava in pricissione incoronato.
come potrebbe annà l’Imperatore?!
" 

Nel chiostro, annesso alla chiesa, gli ultimi ad esservi sepolti, furono Monti e Tognetti che, il giorno prima degli scontri di Villa Glori [4], il 22 ottobre 1867, facevano esplodere una bomba sotto la caserma degli zuavi pontifici in Borgo Vecchio (la Serristori); “il crollo della caserma che seppellì sotto le macerie parecchi musicanti, quasi tutti italiani, e mandò alla ghigliottina il Monti e il Tognetti, che si accusarono a vicenda, non accrebbe amici alla causa liberale, e solo produsse forte spavento in Vaticano” come scrive Raffaele De Cesare (1845-1918).

Altra chiesa, presente nella via, è quella di Sant’Eligio dei Ferrari che fu già dedicata ai SS. Giacomo e Martino. Nel 1550 l’ebbe l’Università dei Ferrari [5], che la ristorò nel 1563 dedicandola a S. Eligio o Eloy, vescovo di Nojon, e volgarmente detto S. Alò.

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[1] )            Si legge nel Codice Covaini (129, pag. 64):  “A dì 24 maggio 1488 cominsiarono quelli della compagnia dei Battuti a accompagnerse quelli che andavano a giustiziare”.

[2] )            La chiesa prende l’appellativo “Cantusecuto” da caput della seccuta, così chiamato dal popolo quel polverino che si formava sul fiume vicino la riva, nel punto più prossimo alla chiesa. Vedi Via Giulia - Regola.

[3] )            Vedi "via Giulia" - Regola

[4] )            A villa Glori “70, guidati dai fratelli Cairoli, vi sono sepolti, mentre le nove donne furono eseguite a Campo di Fiori”. Lo scontro di Villa Glori ebbe luogo nel pomeriggio del 23 ottobre 1867, nel quadro delle iniziative di Giuseppe Garibaldi per liberare Roma dal governo pontificio.

[5] )            Artigiani che lavorano il ferro.

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Lapidi, Edicole e Chiese lungo la via:

- Chiesa di San Giovanni Decollato
- Chiesa di Sant´Eligio dei Ferrari
- Varie (Palazzi, Lapidi...)

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