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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza del Monte di Pietà (R.VII – Regola) (vi convergono: via degli Specchi, via dei Pompieri, via della Pietà, via dell'Arco del Monte)

La Piazza prende il nome dal palazzo che accolse la benefica istituzione che, per l’iniziativa di padre Giovanni Mattei da Calvi, operò in Roma dal 1539, e che dopo varie peregrinazioni [1] trovò in questo palazzo la sua sede definitiva.

Con uno stabile di Monsignor Fantino e con altri edifici abbattuti, fu ricavata l’area del palazzo e in seguito fu ingrandito anche con la demolizione dell’antica chiesa di S. Salvatore in Campo, sotto Urbano VIII (Maffeo Barberini - 1623-1644).
La chiesa dipendeva allora dal monastero di Farfa e si chiamava “del Campo” perché in quel tempo così erano chiamate a Roma le grandi piazze e, essendo sterrate, si ricoprivano d’erba. Era stata pure detta da “Domni Campi” e “Onecampi[2] e fu ricostruita vicino nel 1639. Un’altra chiesa venne demolita per la sistemazione della piazza: S. Martino in Panerella, detta S. Martino alli Pelamantelli (via dei Giubbonari) che fu edificata nell’anno 1220, già sull’elenco del Camerario.
Fu abbattuta sotto Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini - 1740-1758) e stava proprio incontro al Monte di Pietà.

Gli amministratori della congregazione di San Giacomo degli Spagnoli, “avendo cominciata la demolizione, scoprirono nel pavimento sotto l'altare maggiore e la predella un altro piano formato con tre ordini distinti di tavoloni grossi di marmo, alzato il quale lo ritrovarono colmo di ossa umane. Dato nuovo avviso al cardinale Boldetti, gli dissero che si sapeva che ivi si trovavano 130 teste con le altre sue ossa, che entro un vaso a modo di condotto per lungo che circondava attorno all'altare, entro una di quelle teste si trovò uno spiedo e diverse manette, la onde si congettura siano reliquie di martiri”.

Tolti i marmi che chiudevano i tre loculi vi si trovarono 30 anelli di ferro di due dita di diametro e molti chiodi tutti arrugginiti; due coltelli di ferro moltissime ossa e crani, e parecchi pezzi di vetro.
Il tutto fu portato a S. Giacomo degli Spagnoli in via della Sapienza (oggi via del Risorgimento).

Sull’edificio del Monte di Pietà, l’orologio è dovuto ad un tedesco che, non soddisfatto del compenso datogli, perché inferiore al pattuito, nel consegnare il lavoro, alterò gli ingranaggi ed incise sull’orologio:

“ per non essere state a nostre patte,
orologio del Monte sempre matte”.

Fra i palazzi che fiancheggiavano la Piazza, a sinistra del Monte, e che si prolungavano fin  sulla via dei Giubbonari, v’era quello fatto edificare da Antonio Barberino. Nel 1581, Francesco Barberini ingrandì il palazzo incamerandovi due case limitrofe, già degli Scappucci.
I Barberini, originariamente “Tafani”, presero il nuovo cognome da un castello in Val d’Elsa (Siena) ed avevano sullo stemma tre vespe che poi si trasformarono in api.  Nel palazzo alloggiò, da cardinale, Maffeo Barberini (Urbano VIII - 1623-1644) e vi si rifugiò Donna Anna Colonna, moglie di D. Taddeo Barberini, prefetto di Roma, quando con gli altri due Barberini fu perseguito, sotto Innocenzo X (Giovan Battista Pamphili - 1644-1655), perché in pochi anni erano arrivati ad accumulare 105 milioni, sottraendo dalla Camera Apostolica 40 milioni di oro, indebitandola di otto e assicurardosi rendite ecclesiastiche per 400 milioni di scudi.

E Pasquino poté così dire con ragione:

“Urbano VIII, celebre sarà fra gli altri papi
perché pascé male il gregge, ma nutrì bene le api”.

Lo stabile fu poi dei Carmelitani che l’ingrandirono ancora. Nel 1751 fu dato alla Depositeria pontificia.

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[1] )            In via dei Coronari, al n. 31 (vedi - Ponte) fu sistemato da Sisto V (lapide 1585) il Monte di Pietà  che aveva avuto la prima sede in Banchi Vecchi, poi in prossimità di S. Salvatore in Lauro, ancora presso certi Orsini ai Catinari, indi in uno stabile dei Gesuiti all’Aracoeli, poi, via dei Coronari al nuovo palazzo presso i Pellegrini. Il 1° Monte fu istituito a Velletri nel 1402, a Perugia nel 1462.

[2] )            « domo Campo » il famigerato Campone abate di Farfa nel X secolo.

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Lapidi, Edicole e Chiese :

- Piazza del Monte di Pietà
- Via della Pietà
- Via dei Pompieri
- Via dell´Arco del Monte

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