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STRADE DELLA ROMA PAPALE

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La prima documentazione disponibile è il catalogo di Cencio Camerario (1192), che fa menzione di un monastero e di un ospizio dedicato alla SS Trinità degli Scozzesi (sanctae Trinitati Scottorum). Una bolla, del 1299, di Bonifacio VIII (Benedetto Caetani – 1294-1303) attribuisce il complesso ai monaci di San Gregorio al Celio.
Dal 1363, si parla di una Compagnia detta: “Societas Pauperorum Anglorum”, che avrebbe acquistato una casa limitrofa all’ospizio, da un commerciante Inglese di oggetti sacri, di nome Giovanni Shepherd, per ampliare la cappella e l’ospizio destinato ad accogliere i pellegrini nazionali, in particolare negli anni del giubileo (1300-1350-1390-1400…).
Nel 1376, la Confraternita avrebbe costruito una vera chiesa che fu dedicata allora anche a San Tommaso Becket (1118-1170), arcivescovo di Canterbury.
Al Sacco di Roma, del 1527, che danneggiò gravemente il complesso, fece seguito lo scisma anglicano del 1529-1534, che contribuì a paralizzare ogni attività della Compagnia.
Papa Paolo III (Alessandro Farnese – 1534-1549), avocò a se la nomina del rettore del collegio, che prima spettava al re d’Inghilterra e nominò, nel 1538, il cardinale Reginald Pole (1500-1558), seguito dal cardinale Thomas Goldwell (1501-1585), vescovo di Asaph in Galles.
Più tardi, nel 1575, il cardinale William Allen (1532-1594) fece ricostruire la chiesa e l’ospizio, che Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-1585), nel 1579, mutò in Collegio Ecclesiastico, per studenti inglesi, condotto dai Gesuiti, dando vita all’attuale Venerabile Collegio Inglese.
Agli inizi, il collegio si orientò nel formare sacerdoti inglesi che, rientrati in Inghilterra, recuperassero alla chiesa cattolica il terreno perduto, ma questi vennero giustiziati in massa dando luogo ad una serie di 41 martiri, di cui 37 sono stati dichiarati santi o beati.
Tra il 1680 e il 1685, il collegio fu ricostruito, a cura del cardinale Thomas Howard (1629-1694). In quest’occasione, fu edificato l’attuale campanile di stile barocco.
Tra il 1773 e il 1793, con la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, il collegio fu seguito dal clero secolare.
Con l’occupazione francese (1798-1799), il complesso fu destinato a caserma.
Con la restaurazione del 1818, si dette mano a un restauro generale, in particolare della chiesa, che, tra il 1864 e il 1888, fu completamente ristrutturata sotto la direzione di Pietro Camporese (1792-1873) il giovane, poi (1866) di Luigi Poletti (1792-1869), quindi, dal 1873, di Virginio Vespignani (1808-1882) che eliminò l’abside con una parete piana e rinnovò la facciata su via Monterone, come la vediamo oggi.

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