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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_di_S_Simone (3)

“Monticellis” dal fatto che si trova sulla parte più alta del Monte Giordano formato o dagli scarichi di un porticciolo sulla riva del Tevere o dalle macerie lasciate dal normanno Roberto d’Altavilla (1015-1085), detto il Guiscardo che, nel 1084, aveva costretto l’imperatore Enrico IV (1084-1106) a ritirarsi da Roma, liberando così il papa Gregorio VII (Ildebrando di Soana - 1073-1085) che era assediato a Castel Sant’Angelo.
La chiesa è nominata, per la prima volta in una Bolla, del 1178, di Alessandro III (Rolando Bandinelli – 1159-1181) come proprietà del Monastero di Santa Elia di Falleri (Civita Castellana – X-XI sec.) ma, già nel 1186, una Bolla di Urbano III (Uberto Crivelli - 1185-1187) la indica come dipendente dalla basilica di San Lorenzo in Damaso.
Nel “Liber Censuum” (1192) di Cencio Camerario (1150-1227), poi Onorio III (Cencio Savelli – 1216-1227), la chiesa è nominata, per un errore di trascrizione, come “S. Martini in Monticello”, mentre nei cataloghi di Parigi (circa 1230), di Torino (1302) e del Signorili (1417-1431), è chiamata rispettivamente con diversi appellativi quali “S. Maria de Monticellis de Scorte” (che si riferisce alla contrada “Scorticlaria”, dai conciatori di pelli), “S. Maria de Monte Iohannis Ronzonis-abet I sacerdotem” (che si riferisce a Giovanni Ronzoni, il barone che aveva edificato su Monte Giordano una casa fortificata che fu, in seguito degli Orsini) e “S. Maria de Monticellis”.
La chiesa era absidata a tre navate (vedi carte di Bufalini e
Nolli) e, in quanto parrocchia (XV sec.), era dotata di un cimitero del quale alcune tombe sono state ritrovate nelle fondazioni delle case circostanti (Adinolfi).
Gli Orsini assunsero il patronato della chiesa nel XVI secolo e, probabilmente, fu allora che la chiesa fu dedicata ai due apostoli Simone cananeo, detto lo Zelota, e Giuda, detto Taddeo (il magnanimo), figlio di Giacomo (Luc. 6,16).
La chiesa perse il titolo di parrocchia, nel 1824, quando Leone XII (Annibale Clemente della Genga – 1823-1829) riorganizzò e ridusse il numero delle parrocchie nel centro di Roma.
Nel XX secolo la chiesa fu sconsacrata e fu impiegata come sala cinematografica, poi come falegnameria, quindi come ristorante, per finire con funzioni di Teatro (Teatro di Via dei Coronari). Il locale è ora vuoto.
Al suo interno si conservano due affreschi: uno del XV secolo che raffigura la Madonna in trono con i Santi Simone e Giuda, l’altro è una Crocefissione, assai rovinata, del XIV secolo.

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