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STRADE DELLA ROMA PAPALE

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Su quel terreno i Gaddi fecero costruire il palazzo di famiglia, da architetto ignoto. Infatti, si dubita molto oggi su quanto asserisce il Vasari che indica, come architetto, Jacopo Tatti (1486-1570), mentre sembra più probabile l’intervento di Andrea Contucci (1467-1529).
Il primo allievo del secondo, ambedue con toponimo “Sansovino”. I lavori si svolsero dal 1518 al 1521.
Vi abitò Monsignor Giovanni Gaddi (1493-1542), chierico di camera di Clemente VII (Giulio Zanobi di Giuliano de’ Medici - 1523-1534).
Nel 1530 i Gaddi rivendettero l’edificio a Roberto di Filippo Strozzi (1515-1566).
Nel 1545, vi soggiornò brevemente Michelangelo, tra giugno e luglio del 1545, ospitato dal suo caro amico Luigi del Riccio (?-1546), procuratore della banca e dei beni di casa Strozzi, il quale, essendo Michelangelo molto ammalato, lo trasportò, quasi di forza, dalla sua casa di Macel de´ Corvi (l’“oscura tana”), a palazzo Strozzi, dove avrebbe avuto condizioni di vita più salutari.
L’amico Luigi, il 21 luglio1545 scriveva a Roberto di Filippo Strozzi, proprietario del palazzo, che, bandito dal ducato di Firenze dal 1536, si trovava in quel momento a Lion: “Messer Michelangelo si raccomanda a Vostra Signoria, et ha avuto piacere di quanto gli avete scritto e presone gran conforto; sono più giorni che non ha febbre, pure è molto debole, e si va passeggiando per casa, e presto sarà di tutto libero. Dice che ha obbligo con Vostra Signoria, che la casa l’ha mantenuto vivo”.
Nel 1563, il palazzo passò alla famiglia Bandini, originaria di Firenze, poi a quella dei Valdina, originari di Cremona, quindi alla famiglia Niccolini, originaria di Firenze.
Nel XIX secolo, il palazzo fu acquistato dalla famiglia Amici, originaria di Perugia, che, nel 1841 lo fece restaurare.
Nel 1886, in occasione dell’apertura di Corso Vittorio Emanuele II, la stessa famiglia fece ampliare il palazzo (verso largo Tassoni) con un nuovo corpo di fabbrica che si affianca al palazzo originario, ornato, in angolo con una grande serliana (arco a tutto sesto affiancato da due corti spazzi architravati) al piano nobile.

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