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STRADE DELLA ROMA PAPALE

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Tra queste Domenicane arrivò e vi morì, il 29 aprile 1380, assistita dalla madre Lapa, S. Caterina da Siena (1347-1380) che, l’anno precedente, aveva abitato presso S. Andrea della Valle; “Nui amo tolta una casa presso santo Biagio (dell’Anello o a’ Catinari) tra Campo di Fiore (Campo dei Fiori) e Santo Eustachio” (4 dicembre 1379).
Nel 1563, la superiora di queste suore, Maria Vittoria Porzia Massimo Salviati (1540-1603), vendette l’edificio ad un Giulio de’ Cavalcanti (forse l’insigne accademico cosentino che scrisse “La Vita di S. Francesco di Padova?).
Nel 1578, Tiberio Cerasi (1544-1601) acquistò l’edificio esaudendo il desiderio di Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-15859) di ospitarvi il ramo femminile del Collegio dei Neofiti (in provenienza dalla chiesa di S. Giovanni in Mercatello) fino al 1637, quando Urbano VIII (Barberini – 1623-1644) traferì il Collegio nella sua sede definitiva a Santa Maria del Monte.
Nell’edificio presso la chiesa di S. Maria sopra Minerva, subentrò l’Arciconfraternita della SS Annunziata, fondata dal cardinale Juan de Torquemada (1388-1468) nel 1460,  con lo scopo di dare una dote a delle povere e giovani zitelle che, per mancanza di mezzi, venivano spesso trascinate alla prostituzione.  Gli importanti mezzi acquisiti dall’Arciconfraternita [tra i quali l’intero patrimonio di papa Urbano VII (Giovanni Battista Castagna – 1590-1590)] permettevano di attribuire una dote a ben 600 fanciulle in un solo anno.
In occasione dell’ingresso dell’Arciconfraternita, il palazzo fu ristrutturato e, per volontà del cardinale Antonio Barberini (1569-1646), nipote di Urbano VIII (Barberini – 1623-1644), le pareti ed il pavimento della camera, dove era morta Santa Caterina, furono trasportate dietro alla sacrestia  di Santa Maria sopra Minerva, per ricostituire la sua stanza là dove la Santa era sepolta, mentre gli affreschi del XV secolo furono portati nel monastero delle suore a Magnanapoli. La primitiva camera fu, di nuovo, arredata a cappella, conservando il soffitto ligneo, unico originale rimasto.
Nel 1870, dopo lo scioglimento dell’Arciconfraternita della SS Annunziata, la Confraternita della Carità subentrò nella proprietà del palazzo e, nel 1873, concesse una parte del palazzo agli  impresari “Gallo, Ughetti e Sutera" che vi realizzarono un teatro, ad opera di Virginio Vespignani (1808-1882), inaugurato nel 1874.
Nel 1886, la Confraternita riprese i locali che, dopo aver ospitato la libreria Declè che realizzò il primo “Gabinetto gratuito di lettura libera”, divennero l’archivio della Confraternita.
Nel 1950, il teatro ripartì con Checco Durante (1893-1976), poeta ed attore dialettale, alla cui morte succedette la moglie Anita Bianchi (1897-1994) ed il genero Enzo Liberti (1926-1986) con la Compagnia del Teatro Stabile di Checco Durante. Nel 1990, subentrò Alfiero Alfieri (nato nel 1942) con Anita Durante che lasciò il teatro nel 1992. L’Alfieri continuò da solo fino al 2005, quando il teatro fu preso in carico dall’impresario Mario Smeriglio. Dal 2008 ad oggi il teatro, sempre in funzione, è condotto da Gustavo Cuccurullo.

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