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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza_del_Gesu-Chiesa_omonima

Era un Ordine senza chiesa né oratorio e fu il primo italiano gesuita, Pietro Codaccio (1507-1549) da Lodi S.J., ad ottenere la prima chiesa-parrocchia dell’Ordine, quella di “Santa Maria della Strada”, o Santa Maria “Alteriorum” (dal vicino palazzo degli Altieri) che dava il fianco all’attuale Piazza del Gesù, là dove oggi c’è la facciata della chiesa omonima (Lanciani).
Era una chiesa del XII secolo realizzata dalla famiglia degli Astalli, come riportato ne “I Tesori nascosti nell' alma città di Roma”, tesori raccolti e posti in luce per opera d'Ottavio Panciroli, (1600), canonico della cattedrale di Reggio, nel 1600.  La chiesa, pur molto piccola e mal ridotta, era molto frequentata per l’Immagine della Madonna della Strada che era particolarmente venerata e che oggi è conservata nella chiesa del Gesù, dopo essere stata conservata in quella di San Marco dal 1549 al 1575.
La necessità di una chiesa più grande e di una casa professa per l’Ordine fu manifestata dallo stesso Sant’Ignazio che dovette affrontare grosse resistenze nell’acquisizione del terreno necessario, soprattutto dalla famiglia Altieri, tanto che la chiesa fu progettata, in un primo momento, in una posizione prossima all’attuale.
Nella costruzione dell’isolato, occupato oggi dai Gesuiti (Piazza del Gesù, Via del Plebiscito, Via degli Astalli, Via di San Marco e Via dell’Aracoeli), esisteva anche un’altra chiesa, “Sant’Andrea in Pallacinae”, citata nel catalogo (1192) di Cencio Camerario (1150-1227), la cui ubicazione, nell’isolato, è incerta, ma sembra essere stata dalla parte della attuale Via di San Marco (Lanciani). Per questo, una cappella, dedicata a Sant’Andrea, è stata edificata nella chiesa del Gesù.
Il progetto fu affidato a Giovanni di Bartolomeo Lippi (+1568), detto Nanni di Baccio Bigio, che concepì una chiesa a navata unica, con sei cappelle per lato e transetto, e la casa professa.
La posa della prima pietra, cui partecipò S. Ignazio e S. Francesco Borgia (1510-1572), avvenne tra il 1550 e il 1551, ma i lavori furono presto interrotti.
Nel 1554, risolti i problemi di esproprio, si dovette spostare l’impianto della chiesa, dove si trova oggi, e quindi adattare il progetto di Nanni di Baccio Bigio. Iil cardinale Bartolomeo de la Cueva (1499-1562), protettore dei gesuiti, preferì affidare il progetto a Michelangelo (1475-1564), il quale accettò l’incarico, rinunciando al compenso. Michelangelo mantenne la navata unica, con transetto ed abside, ma ridusse a quattro le cappelle laterali.
Nello stesso  anno, fu  posta  la prima pietra, con la presenza di Sant’Ignazio e del cardinale de la Cueva.
Sant’Ignazio (1541-1556) fu subito costretto ad interrompere di nuovo i lavori, per nuove difficoltà di esproprio, intervenute per alcune case di proprietà degli Altieri e dei Muti e lui e il suo successore, Diego Laínez (1558-1565) si dedicarono unicamente al restauro della Chiesa di Santa Maria della Strada, cui fecero aggiungere due cappelle.
Nel 1561, il Laìnez, si era assicurato l’appoggio finanziario del cardinale Alessandro Farnese (1520-1589) e, in seguito, S. Francesco Borgia (1565-1572), terzo generale dell’Ordine, era riuscito a risolvere i problemi di esproprio, in modo tale che la definitiva posa della prima pietra avvenne nel 1568, cui presenziò il cardinale Alessandro Farnese: “Il cardinale Farnese fu l’altra mattina a mettere la prima pietra della nuova fabbrica che fa fare presso la chiesa del Gesù per habitazione di quelli padri, et non passò senza cerimonie de suoni et musiche”.
Il nuovo progetto fu affidato all’architetto dei Farnese, Jacopo Barozzi (1507-1573) detto il Vignola, nel 1568, mentre la conduzione del cantiere fu di Giovanni Tristano S.J., che era l’architetto dell’Ordine.
Il progetto del Vignola prevedeva una navata unica, coperta a volta, con tre cappelle laterali ed un transetto con due cappelle principali, quella dedicata a Sant’Ignazio a sinistra e quella dedicata a San Francesco Saverio (1506-1552) a destra.
Nel 1571, il Vignola, giunto alla composizione della crociera, si ritirò, probabilmente per il suo cattivo stato di salute, lasciando sul cantiere Giovanni Tristano S.J, sostituito, dopo la sua morte, nel 1575, da Giovanni de Rosis S.J. (1538-1610 ).
Per la facciata, il cardinale Alessandro Farnese, non contento di quella progettata dal Vignola, incaricò Giacomo Della Porta (c. 1540-1602) che probabilmente collaborò con Giovanni Tristano S.J. per la cupola e per l’abside.
Nel 1583, seguì la decorazione della cupola e dei peducci, ad opera di Giovanni de’ Vecchi (1536-1615) da Borgo San Sepolcro.
Nel 1584, ebbe luogo la consacrazione presenziata dal cardinale Giulio Antonio Santori (1552-1602) in rappresentanza di Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-1585).
La morte del cardinale Alessandro Farnese, nel 1589, lasciò abside e altare maggiore disadorni.
Solo nella metà del XVII secolo, si poté procedere alla decorazione dell’abside che fu affrescata da Giovanni Battista Gaulli (1639-1709),  detto il Baciccia ed al completamento dei due altari del transetto.
Nel 1773,  Clemente XI (Giovanni Francesco Albani – 1700-1721) decretò lo scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti che furono privati della loro chiesa madre che riebbero, sotto Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaramonti – 1800-1823), nel 1814.
Tra il 1858 e il 1861, la chiesa fu compiuta con l’ornamento dell’altare maggiore e della tribuna, per munificenza del principe Alessandro Raffaele Torlonia (1800-1886).

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