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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza e via del Collegio Romano (R. IX – Pigna) (vi convergono: Via Lata, Via della Gatta, Via del piè di Marmo, Via di S. Ignazio)

 

La Piazza e la via prendono il nome dal collegio omonimo, eretto da Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1572-1585) [1].  Fu chiamata, in precedenza: Piazza Camigliano, dall’arcus Diburi, detto poi “Camillianum”, mentre la via del Collegio Romano fu chiamata “via Arco de´ Gesuiti”.

Un ingresso minore dell’Iseo [2] Campense sembra sia stato quel “Arcus Camilli”che dette il nome all’attuale piazza del Collegio Romano (L´Arco è esistito fino al 1595) e "strada dell'arco di Camigliano" si chiamò l’attuale Via Pie’ di Marmo, che immette nella piazza allora chiamata "Santo Stefano de Pinea", "Santo Stefano vaganda o bagonda" e in ultimo "del Cacco", dopo il ritrovamento di un cinocefalo egizio creduto un Macaco.

Il Collegio Romano [3], ora Liceo Quirino Visconti, fu fondato da S. Ignazio di Loyola.
Il santo iniziò la sua attività, con i mezzi elargiti dal duca di Candia, Francesco Borgia [4], il 23 febbraio 1551, in una casupola d’una stradetta ai piedi del Campidoglio [5], presso la chiesina di S. Giovanni de Mercatello.
Sulla porta era scritto: “Schola de grammatica de humanità et dottrina cristiana. Gratis”.

Nonostante la guerra fattale dalla famelica classe magistrale [6], composta da membri “giganti d’ambizione, di saper nani” (Petrarca), la scuola, appena un anno dopo, dovette prendere una casa dei Frangipane, a metà dell’attuale via del Gesù, più vasta e più adatta.

Vi rimase fino al 1557-1558 [7] quando, già da un anno, Paolo IV (Gian Pietro Carafa - 1555-1559), le aveva concesso di addottorare, in filosofia e teologia, gli scolari, con tutti i pregi delle altre Università.

Nel 1558, il Collegio si trasferì nella Piazza dell’Olmo, dietro la chiesa di S. Maria in via Lata (al palazzo Salviati) e due anni dopo in altre case dov’è adesso il Collegio Romano.

Qui i gesuiti, anche con l’aiuto della Marchesa Vittoria della Tolfa, e sotto la valida e munifica protezione di Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1572-1585), s’ingrandirono acquistando altre case che, demolite, dettero la possibilità all’Ammannati di fabbricare il nuovo edificio, inaugurato il 28 ottobre 1584 e dedicato a “Religioni ac bonis artibus”.

Soppressa la Compagnia di Gesù da Clemente XIV (Gian Vincenzo Antonio Ganganelli - 1769-1774) con breve del 21 luglio 1773, il Collegio venne affidato al clero secolare, sotto la direzione  di  3  cardinali,  fino  al  1824,  quando  Leone XII  (Annibale Clemente della  Genga  -  1823-1829) reintegrò la Compagnia di Gesù nel possesso.
Vi rimasero (salvo una breve interruzione nel 1798 e 1848 [8]) fino al 10 novembre 1870, quando un Decreto Luogotenenziale v’installò il Regio Liceo Ennio Quirino Visconti. I Gesuiti protestarono presso il Luogotenente, sostenendo l’internazionalità  del  Collegio,  ma,  inascoltati,  trasferirono  l’Università Gregoriana [9] in via del Seminario, dove rimase finché non fu compiuto il nuovo edificio (1930) in piazza della Pilotta, su disegni di Giulio Barluzzi (1878-1953).

Il Collegio romano, fino al 1881, fu l’unico Istituto classico di Roma, giacché in quell’anno nacque il liceo “Umberto I” (ora a via Manin e Piazza Esquilino) cui seguì, nel palazzo Sora al Corso Vittorio Emanuele, il “Terenzio Mamiani”, nel 1885 (ora in viale delle Milizie) .

Tredici Papi [10] sono stati alunni del Collegio Romano e l’ultimo, in ordine di tempo, è stato Pio XII (Eugenio Pacelli - 1939-1958).

Nella Piazza, la Chiesa sconsacrata di Santa Marta corrisponderebbe ad un ingresso del Serapeo campense. .
Sant’Ignazio di Loyola vi fondò un rifugio di Convertite (dette dal popolo "malmaritate") nel 1543 [11]. Da alcuni marmi scavati avanti alla sua Chiesa, il Santo ricavò 100 scudi, che gli servirono per iniziare i lavori. Nel 1561 subentrarono le claustrali agostiniane ed il cardinale Borromeo, più tardi, rinnovò la chiesa di cui, nel 1675, scriveva l’abate Titi “vien rimodernata al presente con buona e vaga architettura dal cavaliere C. Fontana, a spese d’una monaca di casa Boncompagni”..

La consacrazione solenne della chiesa, avvenne nel 1696 e nell’interno vi avevano lavorato Luigi Garzi, allievo di Andrea Sacchi (1598-1661) e Giovanni Battista Gaulli (il Baciccia - 1639-1709).

Nel 1798, la chiesa, trasformata dai francesi in loggia massonica, diventò, dopo il 1870, magazzino dell’annessa caserma di fanteria ed ancora archivio generale della Questura centrale di Roma, che aveva sostituito la caserma.

Trasferitasi la Questura in via Genova, sono stati rimossi gli incastri delle scaffalature poste a forza nelle cappelle laterali di Santa Marta, i quali hanno massacrato gli stucchi del 700, gli archi, i capitelli fioriti e lumeggiati in oro e adesso la chiesina serve da magazzino alle risme di carta ad uso del Poligrafico dello Stato.

Alla zona detta di Camigliano appartenne pure la chiesa e il monastero di San Ciriaco e Nicola, già dedicato a S. Stefano, che si trovava [12] dietro l’abside di S. Maria in via Lata, “Sulla strada che dalla chiesa conduce al campo Camiliano” (odierna via Lata).
Infatti risulta che, durante il pontificato di Agapito II (946-955), tre nobildonne romane, Marozia, Stefania e Teodora, fondarono sul luogo un monastero affidato ad una comunità di monache Benedettine, con una chiesa dedicata, appunto, a Santo Stefano. Il monastero rimase in funzione fino al 1451, mentre la chiesa rimase aperta fino al 1512. L’adiacente cimitero fu distrutto per fabbricare le stalle di palazzo Doria.

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[1]              Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1572-1585), nel giorno dei Santi Simone e Giuda, del 1584, fece il primo giro delle classi. In ogni aula un alunno lo salutò con un distico latino. Le classi si chiamavano: Grammatica, Umanità, Retorica e Dialettica. Dal 1640, il primo Magistrato di Roma offriva un calice d’argento e 4 torce alla chiesa di S. Ignazio, nel giorno della sua festa, accompagnato dai paggetti del santo (servizio assicurato dai congregati alla “Scaletta”, sezione giovanile della Prima Primaria) quale attestato di gratitudine del popolo romano alla scuola dei gesuiti. Prima del Collegio Romano esistevano solo le “scuole regionarie” che insegnavano i primi rudimenti.

[2]              Mentre il tempio d’Iside occupava in parte la chiesa di Sant’Ignazio, Piazza del Collegio Romano e via Beato Angelico, il tempio di Serapide occupava precisamente la chiesa e l’attuale piazza di Santo Stefano del Cacco (vedi - Pigna).  Per l’arco di Comigliano, l’Armellini parla di un arco, sormontato da una torre, che dovrebbe corrispondere ad uno degli ingressi del Diribitorium, mentre il Lanciani identifica l’arco con un ingresso del tempio di Iside e Serapide. Il Prof. Andrea Carandini conferma questa ipotesi, ma pone i Septa Iulia tra il Pantheon e i templi di Iside e Serapide.

[3]              L’orologio ch’è sulla facciata, quantunque la mostra segni le 12 ore, suona ancora all’italiana (da 1 a 6) un rintocco, dopo il primo suono, ripete l’ora a pochi minuti d’intervallo. Era il limite di tolleranza accordato agli alunni per entrare nella scuola.

[4]             Fu San Francesco Borgia (1501-1570) che si fece gesuita nel 1545.

[5]             Da essa originò quella che fu poi l’Università Gregoriana.

[6]             Nelle « Scuole Regionarie » il Senato corrispondeva all’insegnante 1 paolo al giorno, e 1 bajocco la settimana pagavano gli alunni. Nel 1591 il paolo o giulio romano= 10 bajocchi; 1 bajiocco=5 quattrini; 1 barrocchella=4 quattrini.

[7]             Morte di S. Ignazio 1556, nato nel castello di Loyola (Spagna) nel 1491

[8]             Nel quadro dei moti rivoluzionari del 1848, i Gesuiti furono espulsi dalla Repubblica Federale Svizzera, già nel 1847 (Tuttora, nella Repubblica Federale Svizzera, è inibita dalla Costituzione, ai Gesuiti, ogni attività di “pulpito” e di “scuola”) e anche dal Regno di Sardegna, nello stesso anno. I Gesuiti furono espulsi anche dallo Stato Pontificio: Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti - 1846-1878), non volendo alienarsi il favore delle nazioni, allontanò anche da Roma l’Ordine dei Gesuiti, ma poi, al suo ritorno da Gaeta (1850), li richiamò come ultimo sostegno del papato contro i venti risorgimentali, 
Si legge, infatti:
"29 marzo 1848 - Ieri il cardinale Castracane, per commissione del Papa (Pio IX), si portò dal generale dei Gesuiti a manifestargli l'intenzione del Santo Padre, quale era si disciogliessero abbandonando loro case, scuole, collegi, ecc. (per quanto si dice) nel termine di tre giorni. In conseguenza di ciò, sin da oggi dopo pranzo sono cessate le scuole del Collegio Romano”.
"30 marzo 1848 - si assicura che il Cardinale Vicario abbia preso il possesso del Collegio Romano e che domani saranno ivi trasferite ed aperte le scuole dell’Apollinare"
17 gennaio 1850 - questa mattina, essendosi riaperte le scuole inferiori del Collegio Romano, ha ricominciato a suonare la campana”. Le scuole superiori erano riaperte da qualche giorno.

[9]              La prima pietra della Gregoriana (Università Romana « Studium Urbis ») fu posta nel gennaio 1925 in Piazza della Pilotta. Ha una biblioteca di oltre 300.000 volumi.

[10]            Gregorio XV, Urbano VIII, Innocenzo X, Clemente IX, Clemente X, Innocenzo XII, Clemente XI, Innocenzo XIII, Clemente XII, Leone XIII, Benedetto XV, Pio XI, Pio XII.

[11]            Con la Bolla del 16 febbraio di quell’anno, Paolo III (Alessandro Farnese - 1534-1549) istituì la Compagnia della Grazia, che doveva provvedere "alle necessità delle poveri peccatrici".

[12]            La posizione esatta della chiesa è indicata in un documento che oggi è conservato nell’archivio di S. Maria in Via Lata.

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Lapidi, Edicole e Chiese :

- Piazza del Collegio Romano
- Via del Collegio Romano

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