p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1

STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via del Caravita (R. IX Pigna - R. III Colonna ) (da via del Corso a piazza di Sant’Ignazio di Loiola)

La strada prende il nome dal padre gesuita Gravita che, nel 1711, fece grandi lavori nella chiesa dedicata a San Francesco Saverio, ma che il popolo chiamo´ del Caravita storpiando il nome del sacerdote.

Per allargare questa via, i Gesuiti acquistarono, nel 1551, la chiesetta di S. Antonio e Niccolo´ de Forbitoris (detta anche “a san Mauto”) che aveva annesso il convento dei camaldolesi, concesso loro da Giulio II (Giuliano Della Rovere - 1503-1513). I Camaldolesi passarono  nel convento di S. Romualdo (Nolli 278) [1] vicino Piazza Venezia.

I gesuiti acquistarono di seguito anche un palazzetto dei Jacobacci o Jacovacci.

Sull’area della chiesa di Sant’Antonio e Niccolo´, del convento e del palazzetto e´ sorto, un secolo fa, il palazzo della Cassa di Risparmio [2] di Roma costruito dall'architetto Antonio Cipolla (1822-1874), in stile cinquecentesco, nel 1872.

Sulla via del Caravita, dov’e´ ora l’ingresso dell’Osservatorio, i Gesuiti aprirono una farmacia celebre per comporre la “Teriaca” e il  “Balsamo della vita”.

Un decreto dell’uditore Generale della Camera Apostolica, Monsignor Innico Caracciolo, confermava, al Collegio Romano della Compagnia di Gesu´, il privilegio di vendere la "teriaca", il giacinto ed altri farmaci li 17 novembre 1666 (archivio vaticano, armadio quarto, tomo 63, pag.229)

Anche la Chiesa del Caravita prende nome dal padre Pietro Gravita; il gesuita, che per 40 anni diresse la famosa Missione dell’Oratorio, sorto a fianco del Collegio Romano nel 1610. (Caravita corruzione di Gravita).

In questa Chiesa, da forse 300 anni, si e´ sempre fatta la funzione dello “abbruciamento dei memoriali"; quando cioe´ vengono bruciate le suppliche che, il giorno di S. Luigi, i giovani e le giovani presentano all’altare del Santo, nella chiesa di Sant’Ignazio.

La Missione dell’Oratorio [3] che veniva tenuta nelle piazze, avendo il cardinale vicario suddivisa la citta´ in 12 zone, entro´ nella pratica delle chiese che le furono  assegnate in ciascuna delle regioni. Formatasi una numerosa congregazione Mariana, sacerdoti, chierici e laici, suddivisi in “Ristretti” (gruppi), nel pomeriggio di ogni giorno festivo, partendo processionalmente (Crocifisso in testa) dall’Oratorio si recavano alla Chiesa della Missione invitando il popolo ad intervenire. Cosi´ come faceva il “ristretto” dei ragazzi per indurre i loro coetanei a frequentare l’insegnamento della Dottrina Cristiana, che per le strade, preceduti anche loro da un Crocifisso, salmodiavano “Padri e Madri, mandate i vostri figliuoli, alla Dottrina Cristiana e se voi non li manderete, ne renderete conto a Dio”.

Nell’ultima Domenica di ogni mese i congregati e gli aderenti intervenivano alla comunione generale, che dal mattino durava fino a mezzogiorno, con l’intervento di 20 o 25.000 persone. Celebre fu quella tenuta in S. Maria in Trastevere al termine dell’anno santo 1625, sotto Urbano VIII (Maffeo Barberini - 1623-1644). Tanta fu la calca del popolo che, col permesso del papa, le comunioni si protrassero fin verso l’Ave Maria.

Nel 1675, nacque la predica fra due sacerdoti, forma oratoria a dialogo detto fra il dotto e l’ignorante, forma che dura tutt’ora in alcune chiese e che la radio Vaticana trasmette settimanalmente (1972).

____________________

[1]         La chiesa di S. Romualdo, costruita col convento, dai camaldolesi sfrattati (1631), fu demolita per la costruzione di via Nazionale (oggi via Cesare Battisti) e si trovava precisamente fra il retro del palazzo Torlonia e i SS. XII Apostoli.

[2] )            Ivi il Caffe´ del Veneziano. La patente di esercizio (la licenza) segnava: “Acquafrescaio”. Si trattava di 3 modeste botteghe riunite da archi e di alcuni camerini, piu´ o meno riservati. Alle finestre, impannate di cotone bianco, pochi canape` impagliati e pochi tavolini. Di notte era illuminato (fino alle due) con le cipolle di vetro ad un solo lucignolo e sul bancone due grandi lucerne a quattro becchi. Fu demolito nel 1868.

[3]              Anche a Roma, da una originaria predicazione occasionale sulle piazze, inaugurata da alcuni Padri del Collegio Romano, intorno al 1600, si venne a creare, con un suo proprio metodo, la "Missione urbana mensile", che ebbe il centro animatore nel celebre "Oratorio Caravita", storpiamento popolare del nome del suo organizzatore, il padre Pietro Gravita (m.1658): ogni domenica e festa del mese, i fedeli erano invitati a recarsi nella chiesa designata per la missione, dove si teneva un’istruzione catechistica e il dialogo, una breve meditazione sulle verita` eterne e la benedizione del Santissimo Sacramento: nell’ultima domenica, in un clima di festa e di grande partecipazione popolare, si chiudeva la missione con le confessioni e la comunione generale, cosi` ogni anno la missione raggiungeva a turno i principali quartieri della citta` (Tratto da Chatopedia - http://it.cathopedia.org/wiki/Missione_popolare).

IMG_1513

Lapidi, Edicole e Chiese :

- Via del Caravita

Blutop