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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Corso_Vittorio_Emanuele_II-Palazzo_Sora_Boncompagni (3)

Al troppo distante palazzo sull’Aventino, contiguo alla chiesa di Santa Sabina, era seguito l’acquisto del Teatro di Marcello e la costruzione del palazzo in Parione, prossimo alla “via papae” e sufficientemente lontano dalla zona d’influenza degli Orsini a Monte Giordano.
I Savelli occuparono il palazzo in Parione fino alla fine del XV secolo, probabilmente perché, nel 1483, Sisto IV (Francesco Della Rovere – 1471-1484) aveva emanato un ordine di demolizione contro Mariano Savelli (+c.1496), signore di Palombara, che si era ribellato al Pontefice, ordine cha causò la distruzione del palazzo-castello sull’Aventino.
Le rovine del palazzo Savelli a Parione furono riprese dalla famiglia Fieschi, di origine genovese, presente a Roma dal XII secolo.
Urbano Fieschi (+1485) conte di Lavagna, protonotario di Sisto IV (Francesco Della Rovere - 1471-1484), costruì il suo palazzo dopo aver abbattute  alcune casupole sorte sui ruderi del vecchio palazzo dei Savelli.
Dice infatti Francesco Albertini (c. 1469-1510): "Et domus, apud Puteum Album, quam Urbanus Lavaniae comite card. Flisco ampliata est, ac variis picturis decorata”.
Il palazzo fu lasciato al fratello di Urbano, il cardinale Niccolò Fieschi (1456-1524) e alla sua corte.

Ma dopo la fallita congiura dei Fieschi contro i Doria (2 gennaio 1547), essendo la fortuna dei Fieschi in declino, il palazzo passò di nuovo ai Savelli, dai quali lo comprò, nel 1579, Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1573-85) per suo figlio Giacomo, al quale, nel 1578, aveva fatto acquistare il ducato di Sora e la contea di Arpino.
I Boncompagni erano una famiglia bolognese oriunda dell’Umbria di “mezzo ceto”, che fece la sua fortuna quando il figlio di Carlo Boncompagni e Angela Marescalchi salì al soglio pontificio col nome di Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-1585).
Il figlio Giacomo l’aveva avuto prima di esser prete e, fino all’acquisto del ducato di Sora, l’aveva tenuto da parte.
Ma fu solo alla morte del padre, nel 1585, che il duca di Sora andò ad abitare nel suo palazzo, quando cioè Sisto V (Felice Peretti – 1585-1590) lo sfrattò dal palazzo Colonna, a Santi Apostoli, a beneficio della propria sorella Camilla Peretti, che lasciò così l’abitazione a via Leutari (vedi – Parione).
Quella che oggi è la via Sora, era una volta piazza Sora dove si trovava l’ingresso principale del palazzo.
Per la costruzione del Corso Vittorio Emanuele, fu necessario tagliare una parte dell’edificio, facendolo corrispondere al filo della nuova strada e decorandolo con architettura  eguale alla facciata primitiva (attribuita in parte al Bramante), adattandovi il portone, che stava nella piccola piazza Sora.
I due piani superiori furono aggiunti in tempo di decadenza.
Abitarono questo palazzo, dopo il cardinale Agostino Trivulzio  (1485-1548),  il cardinale Giovanni Angelo Medici (1499-1565) [poi Pio IV (1559-1565)], l’Accademia dei Quiriti, fondata da Gian Vincenzo Gravina (1664-1718) nel 1711. Dopo un restauro del 1830, il palazzo servì da caserma anche dopo il 1870, fino al 1883.
Solo nel 1892, dopo che fu passato al Comune, il palazzo fu adibito ad uso del Liceo ”Terenzio Mamiani”, oggi emigrato in via delle Milizie e sostituito dalla scuola “Vincenzo Gioberti”.

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