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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza_Navona-Palazzo_Paphili_al_n_11 (6)

L’acquisto di case confinanti, tra il 1471 e il 1479, e il 1524-1527, da parte di Antonio, di suo figlio Angelo Benedetto (1468-1516) e di Pamphilio Pamphili (1500-1562), figlio di Angelo Benedetto, permise la costituzione di una abitazione composta di due entità confinanti, con in comune l’affaccio su via di Pasquino: una prospicente piazza Pasquino e l’altra prospicente piazza Navona, ambedue confinanti a Nord con il Palazzo Teofoli, dal quale erano separate da un vicolo di epoca medievale  che univa piazza Navona con via dell’Anima.
Vi abitarono i figli di Pamphilio: il cardinale Girolamo Pamphili (1545-1610), suo fratello Camillo (1540-1580) ed il figlio di quest’ultimo, Giovanni Battista (1574-1655), allora “Uditore di Rota”, poi Innocenzo X (1644-1655).
Gli orfani di Camillo, Panphilio Panphili (1563-1639) e Giovanni Battista (1574-1655), nel 1615, si divisero la proprietà: il primo, che aveva sposato, nel 1612, Olimpia Maidalchini (1591-1657), ottenne la parte su piazza Navona, forse perché ritenuta più importante e, quindi appannaggio della primogenitura, al secondogenito toccò la parte su piazza di Pasquino che usufruiva di un grande salone per i bisogni del suo Ufficio.
Nel 1627, Giovanni Battista è nominato cardinale da Urbano VIII (Maffeo Barberini – 1623-1644) e, dal 1632-33, inizia la sua frenetica acquisizione di proprietà limitrofe tra cui, la prima, il palazzo di Sertorio Teofili (+1607), avvocato concistoriale, contro la volontà del proprietario, espropriata “manu militari”, evocando una pretesa utilità pubblica.
Seguì, dal 1634 al 1638, la costruzione di un palazzo cardinalizio ad opera dell’architetto Francesco Peparelli (c. 1586-1641) il quale, conformemente ai desiderata della committenza, mantenne, per quanto possibile il preesistente, incamerando il vicolo nel nuovo palazzo (oggi individuabile nell’ingresso del palazzo su via dell’Anima), operando parziali rifacimenti ed unificando la facciata.
Con la nomina a Pontefice di Giovanni Battista, nel 1644, l’acquisizione “forzata” delle proprietà confinanti (la casa di Teodosio de Rossi, nel 1645 e il palazzo del principe Carlo Cybo nel 1647) permise la costruzione del palazzo della famiglia Pamphili, come lo vediamo oggi, ad opera dell’architetto Girolamo Rainaldi (1570-1655), affiancato da Francesco Borromini (1599-1667) i cui lavori termineranno nel 1650.
Nel 1652, anche la proprietà Mellini, insieme all’antica chiesa di Sant’Agnese, venne acquisita ai Pamphili per la costruzione della Nuova Sant’Agnese (vedi Piazza Navona – chiesa di Sant’Agnese - Parione) e il palazzo di Giulio Ornano, capitano di una compagnia di soldati corsi al servizio del pontefice, viene espropriato (1654) per l’edificazione del Collegio Innocenziano.
La famiglia Pamphili, il cui ingresso a piazza Navona risale al 1470 con il possesso di una modesta casa in piazza Pasquino, occupò da allora l’intero isolato, da via di Pasquino a via di Sant’Agnese in Agone, divenendo proprietaria del complesso monumentale più importante della piazza Navona che, attraverso la costruzione della Fontana dei Quattro Fiumi (vedi Piazza Navona - Fontana dei Quattro Fiumi - Parione), assunse il ruolo di “corte” del complesso stesso.
Alla morte di Innocenzo X (1655), Olimpia Maidalchini (1591-1657), cognata del papa per aver sposato suo fratello Pamphilio (1564-1639), nel 1612, ereditò il palazzo.
Nel 1671, la Famiglia, divenuta Doria Pamphili, per il matrimonio (1671) di Anna Pamphili (1652-1728), ultima discendente del casato, con Giovanni Andrea Doria (1653-1737), si trasferì nel palazzo Doria-Pamphili a via del Corso. Il palazzo a piazza Navona fu affittato tra gli altri, prima all’Accademia Filarmonica Romana e nel 1920 all’Ambasciata del Brasile, che, nel 1961, lo ha acquistato.

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