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STRADE DELLA ROMA PAPALE

via della Navicella - Villa Celimontana - Palazzina Mattei

Nel secolo XV i Pallucelli, proprietari del posto, negli scavi che un po' tutti facevano in quei terreni, estrassero i marmi che poi, sotto Paolo III (Alessandro Farnese - 1534-49), servirono ad ornare la sala regia in Vaticano.
Il terreno fu acquistato da Giacomo Mattei, della famiglia trasteverina discendente dai Papareschi, nel 1553.
L'ereditò un Paolo e, alla sua morte, disse il diarista: “1592 - marzo 4 - Lunedì notte morì il signor Paolo Mattei ricco di 300.000 scudi et in testamento lascia al cardinale Mattei la sua villa di 1200 scudi d'entrata l'anno, con la metà della casa, il resto tra li signori Ciriaco, che comincia a levarsi et il signore Asdrubale con belli legati pij et remunerazione ai suoi servitori”.
Fu Ciriaco Mattei che trasformò la vigna in suntuosissima villa, spendendoci oltre 60.000 scudi (enorme per quei tempi). Vi piantò querce (a ricordo di quelle che avevano dato il nome di “querquetulanis” al Celio, che come dice Tacito, “era di querce selvoso e fecondo”) e abbattute vecchie case esistenti, vi fece costruire una residenza signorile da Giacomo Del Duca (1520-1604). Sparse marmi antichi e statue, nella villa, e, regalatogli dal comune di Roma (1582), v’innalzò l'obelisco di Ramesse II (XIV-XIII sec. a.Ch.).
La villa, dalla magnificenza e dalle feste e convegni della nobiltà tutta, decadde e, spogliata delle sue opere migliori, passò ai vari proprietari: don Manuel Godoy (1767-1851) detto principe della Pace nel 1820, che fu costretto a rivenderlo al maggiore dei suoi creditori; al marchese Stefanoni nel 1843; alla principessa dei Paesi Bassi nel 1856 ed in ultimo al barone von  Hoffman, austriaco,  che  ne fu espropriato dallo Stato, nella  prima guerra mondiale (1915-1918), che la donò al comune di Roma perché la destinasse a pubblico passeggio.

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