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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via Ripetta-Chiesa_di_S_Rocco (10)

È inoltre citata nel “Liber Census” (1192) di Cencio Camerario (1150-1227) come “de Pila” e nei cataloghi dell’Anonimo di Torino (1302) e del Signorini (1417-1431) come “de Posterula”.
Nel 1045, la chiesa fu proprietà delle monache di San Ciriaco (vedi via Lata - Pigna) fino alla demolizione dell’antica chiesa (che dal XV secolo era stata ribattezzata come “Sant’Agata”), presumibilmente, per permettere la costruzione della prima chiesa di San Rocco.
Presso il porto di Ripetta, luogo frequentatissimo per gli scambi commerciali con l’entroterra laziale, si era formata, nel 1477, una Confraternita tra i Barcaioli, gli Osti e gli Albergatori che volle fondare un ospedale ed una chiesa, dedicata a San Rocco protettore dei malati di Peste. La Confraternita aveva acquistato un sito adatto per l’ospedale ed aveva aggiunti altri terreni, presi in affitto da un certo Giovanbattista Galiberti, cittadino romano proprietario del “Monte di Augusto”. I lavori per l’ospedale terminarono nel 1499 e, in quella occasione, Alessandro VI (Rodrigo Borgia – 1492-1503) approvò la regola della Confraternita legata alla chiesa e all’ospedale chiamandola: “Confraternita di San Rocco”.
La chiesa ebbe forma assai semplice. Avanzino Nucci (c.1552-1629) affrescò la facciata con storie di San Rocco e Baldassarre Peruzzi (1481-1536) affrescò gli interni e dipinse la pala d’altare della cappella della Natività. I lavori terminarono nel 1503.
All’inizio, l’ospedale, tra la chiesa ed il mausoleo di Augusto, era per soli uomini, in seguito fu aperta una sezione anche per le donne. La specialità del reparto femminile era quello dei parti per le donne sole e povere che avevano anche la possibilità di mantenere l’incognito, velandosi il volto. I bambini nati non desiderati erano portati alla “ruota” della Pia Casa degli Esposti dell’Ospedale di Santo Spirito in Borgo (vedi Borgo Santo Spirito – Borgo).
Le donne che lavoravano nel Porto di Ripetta e le “cortigiane” che vivevano nel vicino recinto, detto “degli Ortacci”, ne erano le più assidue pazienti (vedi piazza di Monte d’Oro – Campo Marzio).
Il cardinale Antonio Maria Salviati (1537-1602), per testamento, lasciò all’ospedale i mezzi per la sua ricostruzione che avvenne tra il 1605 e il 1612, su progetto di Carlo Maderno (1566-1629).
Nel 1645, un’immagine miracolosa della Madonna, “la Madonna delle Grazie”, fu riscoperta sotto dell’intonaco e, con i contributi dei cardinali protettori Odoardo Vecchiarelli (1613-1667) e Francesco Barberini (1597-1679), la Confraternita ricostruì la chiesa, su disegno di Giovanni Antonio De Rossi (1616-1695), architetto della fabbrica. Furono realizzate: la cupola, la sacrestia ed una nuova cappella per “la Madonna delle Grazie”, mentre la facciata della chiesa non fu realizzata per mancanza di fondi.
Durante il governo di Clemente XIV (Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli – 1769-1774), su progetto di Nicola Forti (1714-1802), si procedette ad una nuova sistemazione dell’ospedale (1772-76) che si specializzò in Ostetricia perché fu riservato alle sole partorienti, tanto da divenire un riferimento per le Ostetriche e per gli studenti Ginecologi dell’Università della Sapienza. Una sala, sopra la sacrestia della chiesa di San Rocco fu riservata per i corsi di specializzazione (1786).
Fu durante questi lavori di risistemazione dell’ospedale che fu ritrovato il secondo obelisco del mausoleo di Augusto che si trova oggi in piazza del Quirinale.
Nel 1824, la chiesa fu resa parrocchia da papa Leone XII (Annibale Clemente della Genga – 1823-1829) con Bolla “Super Universam” per il riordino delle parrocchie del centro di Roma.
In fine, nel 1832, fu eretta la facciata della chiesa, ad opera dell’architetto Giuseppe Valadier (1762-1839), in stile neoclassico, come la vediamo oggi.
Nel 1865, anche l’Ospedale di San Giovanni aprì un reparto di Ostetricia e nel 1876 vi si trasferirono i corsi universitari. Poi, nel 1892, l’ospedale di San Rocco fu soppresso ed i suoi locali furono destinati ad ospitare i concerti di Santa Cecilia con il nome di Sala Sgambati, in onore del grande pianista Giovanni Sgambati (1841-1914).
Nel 1890, iniziarono i grandi interventi sull’area, infatti, in quell’anno fu demolito il Porto di Ripetta per la costruzione degli argini del Tevere (fine delle attività commerciali e chiusura dell’ospedale di San Rocco) e, tra il 1896 e il 1901, fu costruito il ponte Cavour.
Più tardi, tra il 1934 ed il 1938 si procedette alla liberazione del Mausoleo di Augusto ed alla creazione della piazza omonima con la demolizione di tutto un quartiere.
Del complesso di San Rocco rimase solo la chiesa, senza il campanile (XVIII sec.) che fu demolito insieme all’ospedale ed all’oratorio che si trovava dietro la chiesa.

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