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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via della Zecca (R. XIV – Borgo) (Città del Vaticano)

La via fa attualmente parte della Città del Vaticano [1], ma i locali della zecca di papa Condulmer (Eugenio IV - 1431-1447) si sono tramutati in Centrale Elettrica e i Pontefici si servirono della zecca italiana per coniare le loro monete e medaglie.

Il Vaticano non aveva, come ha adesso, dal 1929, i suoi confini, ed erano i soli portoni dei singoli edifici a fungere da frontiere.

Via del Sant'Uffizio, Piazza Santa Marta  (chiesa recentemente distrutta),  piazza  della  Sagrestia,   via  del Fondamento (dov'era l'altro ingresso dei palazzi Vaticani) era guardato da uno Svizzero con l'alabarda [2].

Per contro, sui bastioni dell'antica zecca di Eugenio IV, passeggiava una sentinella italiana, e fin la chiesa di Sant'Anna, ora parrocchia della città del Vaticano, erano in territorio italiano. Così come erano in territorio italiano l'arco del Belvedere (ingresso dei palazzi apostolici); il  Camposanto dei Tedeschi (già via Teutonica) con la chiesa di Santa Maria della Pietà.

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[1] )            Per gli ultimi anni del governo Pontificio vedi "La zecca pontificia di Roma negli ultimi decenni" A. Lodolini - Rivista bancaria 1952 10:11

[2] )            Il “casus questionis” era appunto la deserta piazza della Zecca, che aveva al centro una fontana del ‘500. Questa piazza, che topograficamente apparteneva al Comune di Roma, era però necessario attraversarla a quelli del Vaticano, per recarsi da un punto all'altro dei palazzi ed avvenne così un tacito accordo per il suo condominio. Il selciato e la fontana furono idealmente tagliati per metà di sghembo. Quindi, da una parte il Regno d'Italia, che nella minuscola zecca vi faceva coniare le sue monete, sotto la guardia di un significativo bersagliere, e dall'altra, sul portone d'ingresso al Vaticano, uno svizzero con alabarda di sentinella.
Una sera che Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci - 1878-1903) dovette attraversare la piazza per tornare urgentemente a Palazzo, per quanto la sua carrozza corresse pure, fu scorto dal bersagliere che, irrigiditosi sull'attenti, gli presentò le armi. Con l'umore che regnava in quel tempo scoppiò uno scandalo. Il bersagliere fu sostituito da una meno impegnativa Guardia di Finanza ed il Vaticano fece scavare una breve galleria sotterranea fra i palazzi e i gradini in modo che i pontefici potessero transitare sicuramente inosservati.

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