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TESTAMENTO di TITO CANOVAI di Giovanni e Elisabetta Mordanini.
(1855-1921)
Il testamento è stato redatto nel 1917 e corretto nel 1921

            Oggi quattro gennaio 1917 in discrete condizioni di salute, e in piena serenità di spirito, dispongo quanto appresso :

            Istituisco erede usufruttuaria di ogni mio avere la dilettissima e fedele moglie mia Carlotta Pizzi.  Essa avrà l’usufrutto delle somme investite in azioni della Banca d’Italia e in altri titoli, e di quelle altre che fossero lasciate da me non impiegate e che dovranno essere investite in titoli dello Stato italiano o garantiti da esso.  Avrà il libero uso dei mobili e di tutto quanto si troverà nella mia casa di abitazione in Roma; così pure avrà il libero uso della casa di mia proprietà in territorio di Grottaferrata, mobili e annessi compresi.  Essa potrà alienare la detta casa, con tutti gli annessi e connessi, come pure tutti o parte dei mobili della casa di abitazione in Roma.  Le somme ricavate dalla alienazione delle cose immobiliari e mobiliari di mia proprietà dovranno essere impiegate in titoli di Stato italiano o garantiti dallo Stato, da intestarsi, come dovranno errere intestati tutti gli altri titoli da me lasciati e quelli da acquistare, come sopra è detto, con denaro liquido, ai miei eredi appresso indicati, col vincolo per l’usufrutto a favore di mia moglie Carlotta Pizzi.

            Dalle mie sostanze saranno prelevate lire Cinquemila (5.000) nette da tassa e da versarsi alla Cassa di Previdenza degli impiegati della Banca d’Italia fondo sussidi.

            Istituisco erede per la proprietà di ogni mio avere _______________ Giuseppe Canovai, figlio di mio fratello Luigi f____________________ figli nati maschi e femmine _________ di mio fratello Odoardo e di mia sorella Adele maritata Umberto Forza.f

            Lascio al carissimo Professor Luciano, volgo Agostino Carducci, che mi (ha) curato e assistito con premurosa sollecitudine e affetto pari al valore, il mio orologio d’oro e a ripetizione e la catena di oro martellato.  Prego il mio carissimo nipote Riccardo Pizzi di voler assumere l’ufficio di mio esecutore testamentario, e di gradire, come affettuoso ricordo, gli altri miei orologi, catene, spille, bottoni, bastoni.

            Voglio, fermamente voglio, che il mio funerale sia modesto e semplice, come fu modesta la mia origine, come è stata sempre semplice la mia vita.  Non voglio né fiori, né annunzi, né discorsi.  Un modesto cataletto e pochi frati per l’accompagnamento dalla casa alla Chiesa.

            Raccomando a coloro che vorranno onorare la mia memoria, l’opera santa della lotta contro la tubercolosi.

            Roma 4 gennaio millenovecentodiciassette – 1917

                                                                       Tito Canovai 

Approvo le cancellature comprese nel tratto tra i due segni “f “
Mio nipote Giuseppe Canovai, allorché entrerà in possesso di tutta la eredità : vale a dire alla morte, che auguro lontanissima, di mia moglie, dovrà soddisfare al versamento di lire Diecimila, nette da tassa, a ciascuno dei figli, maschi e femmine, di mio fratello Odoardo e di mia sorella Adele maritata Forza.

            Roma 9 maggio 1921

                                               Tito Canovai

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